Il Laboratorio teatrale del liceo classico presenta “Eumenidi” di Eschilo

Sant’Angelo dei Lombardi – Auditorium
06 maggio 2017 ore 16:00

Palazzolo Acreide (SR) – Teatro Greco
24 maggio 2017 ore 9:30

Palinuro (SA) – Antiquarium
03 giugno 2017 ore 9:30

Nell’ambito del progetto Scuola viva e dell’evento Classici contro il laboratorio teatrale del liceo classico presenta

Eschilo
Eumenidi

Personaggi e interpreti

PROFETESSA Emanuela Di Martino
APOLLO Lorenzo Fontana
ORESTE Giorgio Zarra
CLITEMESTRA Nicole Damiano
CORIFEE Antonella Di Conza, Sara Perna, Pierangela Stellio
ATENA Rosanna Forcella
GIUDICI Simone De Vito,Adriano Monti
UTOPIA  Modou Fall
MUSICI Sebastian Garofalo, Alison Bellofatto, Silvio Capuano,
Giuseppe De Blasio

 

MUSICHE
Nikolaos Xanthoulis

CORO DELLE ERINNI-EUMENIDI
Marika Albanese, Antonietta Battaglia, Ludovica Bellino, Desideria Capobianco, Chiara Cogliano, Francesca Colicchio, Nicole Damiano, Ludovica Di Savino, Luana Finelli, Ida Gammarota, Olga Gioseffi, Zelinda Pezzella, Mariangela Preite, Giusy Rabbiolo, Giusy Santoro, Francesca Vigilante.

DOCENTI REFERENTI
prof. Rocco V. Calabrese, prof.ssa Rita De Silva, prof.ssa M. Luana Panico, prof. Rodolfo Salzarulo, prof.ssa Consolata Vuolo

 

EUMENIDI

Dopo il matricidio, Oreste inseguito dalle Erinni, si rifugia nel tempio di Apollo a Delfi. La sacerdotessa del dio, entrata nel tempio per pregare, ne esce inorridita dalla terribile visione di Oreste e della schiera ripugnante di donne che dormono e piangono sangue.

Apollo esorta il figlio di Agamennone a non temere le Erinni persecutrici e a proseguire il cammino espiatorio fino ad Atene. Ma le Erinni sono destate dall’ombra di Clitemestra e da questa spronate a non lasciarsi sfuggire la preda.

Cambia il luogo dell’azione: Oreste è sull’acropoli ateniese, supplice dinanzi al simulacro della dea Atena, quando le Erinni lo raggiungono minacciandolo di morte. Allora Atena, ascoltate le accuse e le discolpe di entrambe le parti, decide di rimettere il giudizio ad un tribunale di cittadini ateniesi da lei stessa costituito: l’Areopago. Il processo si conclude con l’assoluzione del matricida grazie alla parità dei voti raggiunta con il voto favorevole di Atena.

Le Erinni sono inasprite dal verdetto, ma vengono subito placate dalla dea, la quale assicura loro un culto e onori nella città di Atene.

Le dee tremende, divenute benevole (Eumenidi) e protettrici della città, vengono accompagnate dal popolo festante verso la nuova dimora sotterranea destinata al loro culto.

 

Note di regia

 Le Eumenidi, ultimo atto della trilogia Orestea, affrontano tematiche molteplici e complesse: il ghenos, la guerra, i valori etici, la giustizia, l’ordinamento dello stato, il senso della paura. Nelle Eumenidi Eschilo immagina che la dea Atena abbia convocato per la prima volta “i migliori tra i cittadini” per svolgere la funzione di giudici nel tribunale dell’Areopago. Infatti Oreste, uccisore della madre, viene inseguito dalle Erinni, terribili dee che simboleggiano la spaventosa dimensione di un mondo barbarico e buio, dominato dalla legge del sangue e della vendetta. A questo oscuro mondo ctonio si contrappongono gli dei olimpici Apollo, che aveva ordinato il delitto, e Atena che impone il nuovo criterio della giustizia in sostituzione di quello antico della vendetta. La dea seduce le Erinni fino a renderle concordi con la ragione della città, fino a imporre sui legami ancestrali il nuovo patto politico che instaura tra i cittadini. Pertanto le vendicatrici, divenute demoni benefici, proteggeranno per sempre Atene, della quale esaltano la concordia. Nel nostro allestimento abbiamo cercato di rendere il senso della trasformazione, che è sempre possibile laddove prevalgano i valori del logos e la superiore ricerca dell’armonia e del giusto. Perciò la feritas delle Erinni è esasperata sia attraverso il trucco e gli abiti sia, soprattutto, attraverso i ritmi tribali della parodo e i movimenti terribilmente rituali del primo stasimo, immaginato come una sardana infernale. In tal modo si coglie più evidentemente la metabolè in esseri benevoli, che addirittura indossano sacralmente il copricapo purpureo e cantano l’utopico canto      della Synoikia. Quasi tutti gli interventi corali sono resi in forma lirica e sono accompagnati dalle suggestive musiche del maestro Nikos Xanthoulis, che vengono eseguite dal vivo da un quartetto di studenti musicisti (violino, sassofono, percussioni, tastiera). Per la prima dello spettacolo ci si avvarrà della collaborazione della Camerata Strumentale dell’Università di Salerno, con cui verranno eseguiti il secondo stasimo e la litania conclusiva. La scenografia presenta le tre parti in cui si svolge l’azione: l’antro del tempio di Apollo a Delfi, il tempio di Atena e l’Areopago ad Atene (si tratta di una scenografia essenziale e simbolica, nonché modulare e mobile); i costumi sono stati realizzati dal Laboratorio teatrale. Per quanto riguarda il testo è stato sostanzialmente rispettato l’originale eschileo, con una traduzione riadattata, negli episodi, essenzialmente in vista di un linguaggio più snello e facilmente fruibile; i cori vengono invece in parte recitati in italiano, in parte cantati sia in greco antico sia in greco moderno. In questo modo abbiamo voluto rappresentare il filo rosso tra passato e presente, l’eternità dei valori della giustizia e della concordia di cui l’opera si fa interprete. In questa direzione va la scelta di abiti moderni per alcuni personaggi (i giudici, le corifee) e, soprattutto, la partecipazione alla processione conclusiva di un rifugiato politico figlio della storia di oggi, Modou, che dovrebbe rappresentare il nostro (utopico?) augurio di integrazione, di tangibile synoikia.